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ciarlatano s. m. (f. -a) [prob. da cerretano, incrociato con ciarlare]. – 1. Chi un tempo, sulle piazze, cavava i denti o vendeva rimedî che decantava miracolosi; la parola è rimasta in uso per indicare prestigiatori, giocolieri, e in genere chi vende in pubblico prodotti specifici o altre merci attirando la gente e incantandola con abbondanza di chiacchiere. 2. estens. Chi si spaccia per quello che non è, chi cerca il proprio guadagno dandola ad intendere, impostore, gabbamondo: i potenti sono talvolta meno astuti, ma più soverchiatori dei c. (Foscolo). In partic., riferito a professionista (avvocato, e soprattutto medico) di scarsa capacità e di ancor minore serietà professionale. ◆ Spreg. ciarlatanùccio; pegg. ciarlatanàccio.treccani.it
frontièra s. f. [dal provenz. ant. frontiera, fr. ant. frontiere, der. del lat. frons frontis «fronte»]. – 1. c. fig. Linea che separa nettamente ambienti o situazioni o concezioni differenti, e che in alcuni casi è intesa come confine fisso, invalicabile, in altri come confine che può essere spostato e modificato, soprattutto in senso progressivo (con questi usi, il termine, adoperato per lo più al plur., sostituisce, per suggestione del fr. frontière, altri termini più tradizionali, come confine o limite): le f. della scienza, i suoi limiti, o i limiti da essa finora raggiunti (e scienza di frontiera, le concezioni scientifiche più avanzate e capaci di ulteriore evoluzione); le nuove f. della biologia; con sign. più generico: far avanzare le f. del sapere umano; amore, ideali che non conoscono frontiere.treccani.it